Introibo ad altare Dei - E.Cuneo, D.Di Sorco, R.Mameli

DISPONIBILE!!!
E. Cuneo, D. Di Sorco, R. Mameli
Introibo ad altare Dei
Il servizio all’altare nella Liturgia Romana Tradizionale
Prefazione del Card. Darío Castrillón Hoyos

Recensione
Questo essenziale manuale vademecum viene in aiuto a coloro che – sacerdoti, seminaristi, ministranti e laici – vogliano introdursi alla forma Tradizionale del Rito Romano. Il rigore interpretativo, la chiarezza e il riferimento costante alle fonti sono le caratteristiche principali di questo compendio. Benedetto XVI, con il Motu proprio “Summorum Pontificum” del 7 luglio 2007, ha decretato che la Liturgia Tradizionale detta Messa di San Pio V non è mai stata abrogata e costituisce un tesoro che appartiene a tutta la Chiesa. Con questo agile volume si scoprono tutti i segni, simboli e gesti del tesoro liturgico antico nel loro significato arcano e senza tempo.
Gli Autori
Elvis Cuneo è nato a Chiavari (Ge) nel 1982. Cantante e organista, studia Filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Appassionato del pensiero di san Tommaso d’Aquino e del neotomismo, si occupa di tematiche religiose e liturgiche con articoli pubblicati su riviste cattoliche e siti internet.
Daniele Di Sorco è nato a Livorno nel 1985. Diplomato in fagotto presso il Conservatorio di Musica “Pietro Mascagni” di Livorno, studia Lettere moderne presso l’Università di Pisa. Attivo come maestro di cerimonie e studioso di liturgia, ha scritto numerosi articoli e saggi di argomento liturgico; si occupa altresì dello studio e della digitalizzazione di antiche fonti liturgiche e della loro traduzione.
Raimondo Mameli è nato a Cagliari nel 1977. Diplomato in canto lirico presso il Conservatorio di Musica “G.P. da Palestrina” di Cagliari, ha approfondito canto gregoriano con Nino Albarosa e liturgia con Frans Kok. Attualmente studia Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. Ha curato numerosi saggi su riviste cattoliche e la pubblicazione del volume “Musica sacra e liturgia”, Lulu Enterprises, Morrisville (NC) 2007
Nota breve:
Manuale su come si celebra, si serve e si partecipa alla Messa in latino
Argomento: liturgia
Collana: spirituale 15
Pagine 280
Altezza 21
Larghezza 15
Tipo di copertina: brochure
Prezzo: € 25,00 (estero 34,00)
Isbn: 978-88-89913-92-5
Destinazione/corriere

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti vivissimi

Anonimo ha detto...

Un libro per la Messa “in latino”



Sarà in edicola in questi giorni. I tre autori sono giovani che si sono conosciuti su Internet: uno di loro è di Chiavari.

CHIAVARI. La “Messa in latino” sta prendendo sempre più campo in Liguria. Arriva così questo nuovo libro dove antico e moderno si fondono. Il risultato è “Introibo ad altare Dei”, che già nel titolo riprende le prime parole dette dal celebrante all’inizio del rito. Il volume, scritto a sei mani da Elvis Cuneo, Daniele Di Sorco e Raimondo Mameli, approfondisce e rende comprensibile a tutti il significato del servizio all’altare nella liturgia romana tradizionale.
La modernità del progetto editoriale sta nel fatto che gli autori sono studenti tra i 23 e i 31 ami e che vivendo in tre regioni diverse (Liguria, Toscana e Sardegna), si sono conosciuti attraverso internet, frequentando forum cattolici. A muoverli verso la messa in latino non è solo la fede, ma anche il desiderio di dimostrare che il rito romano non è classista e per anziani.
“Introibo ad altare Dei”, stampato dall’editore “Fede & Cultura” di Verona, è arricchito dalla prefazione del cardinale Darío Castrillon Hoyos, presidente della pontificia commissione “Ecclesia Dei”, prefetto emerito della congregazione per il clero, e sarà in libreria in questi giorni di metà novembre.
Nel volume, grazie al contributo di Elvis Cuneo, c’è anche un po’ di Tigullio. Cuneo è nato infatti a Chiavari nel 1982, è cantante, organista e studia filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Appassionato del pensiero di San Tommaso d’Aquino e del neotomismo (il movimento filosofico-teologico contemporaneo che riprende e rivaluta il sistema filosofico di San Tommaso), si occupa di temi religiosi e liturgici con articoli pubblicati su riviste cattoliche e siti internet.
«Il nostro è un manuale che viene in aiuto a coloro che, sacerdoti, seminaristi, ministranti e laici, vogliano introdursi alla forma tradizionale del rito romano – spiega Cuneo –. Il rigore interpretativo, la chiarezza e il riferimento costante alle fonti sono le caratteristiche principali di questo compendio. Benedetto XVI, con il motu proprio “Summorum Pontificum” del 7 luglio dello scorso anno, ha decretato che la liturgia tradizionale, la messa di San Pio V, non è mai stata abrogata e costituisce un tesoro che appartiene a tutta la Chiesa».
Nel volume (280 pagine, 25 euro) si scoprono tutti i segni, simboli e gesti del tesoro liturgico antico nel loro significato arcano e senza tempo.
Per Elvis Cuneo, Daniele Di Sorco (nato a Livorno nel 1985, studente di lettere moderne all’Università di Pisa) e Raimondo Mameli (nato a Cagliari nel 1977, studente di teologia presso la Pontificia facoltà teologica della Sardegna) questo è il primo libro scritto insieme. La stesura ha richiesto un anno e, nei progetti, c’è presto una presentazione ufficiale presso il “Centro culturale Candiasco” di Casarza Ligure.


Debora Badinelli



Il Secolo XIX (16-11-2008)

Anonimo ha detto...

"Corrispondenza romana", agenzia di informazione settimanale

RECENSIONI LIBRARIE: introibo ad altare Dei
Articoli CR
Giovedì 16 Aprile 2009 08:56
CR n.1088 del 17/4/2009


Indubbiamente la recente restaurazione del rito tradizionale della santa Messa, autorizzato e incoraggiato da Benedetto XVI nel 2007, sta favorendo in tutto il mondo e in tutta la Chiesa una silenziosa e diffusa rinascita spirituale, una ripresa della devozione e della pietà eucaristica soprattutto nelle giovani generazioni sia di laici cattolici, che di seminaristi e sacerdoti.


Ma il legame tra culto e cultura è a tutti noto e non esiste infatti, contro l’idea tutta moderna circa la presunta ragionevolezza dell’ateismo, un popolo o una nazione, in Occidente come in Oriente, che non abbia nella sua storia e nella sua arte, nella sua cultura e nei suoi costumi, un’impronta religiosa, sacrale, impregnata di trascendenza.

Il rito tradizionale della Santa Messa, oltre ad una nuova efficacissima barriera al processo contemporaneo di secolarizzazione, costituisce di per sé un valido tramite tra l’uomo di oggi e la nostra lunga storia di italiani, un popolo la cui identità è davvero incomprensibile senza far riferimento a quell’avvenimento cristiano, qui da noi giunto grazie a quegli stessi uomini che personalmente conobbero il Redentore, come i santi martiri Pietro e Paolo.

Il libro in questione (E. Cuneo, D. Di Sorco, R. Mameli, Introibo ad altare Dei, edizioni Fede e Cultura, 2008, euro 25) riassume perfettamente quanto sopra detto. Gli autori hanno tra i 24 e i 32 anni e sono tutti e tre musicisti, specializzati nel canto lirico e gregoriano, nella liturgia o nell’uso di strumenti da concerto. La loro pregevole opera, che si avvale di una prefazione del card. Castillòn Hoyos e di una postfazione di padre Konrad zu Löwenstein, si presenta come un manuale per l’apprendimento del servizio liturgico dell’Altare, ed è dedicato dunque in special modo ai chierichetti e ai ministranti; il suo contenuto però è ben più ampio.


Infatti parlando della sacra Liturgia (cap. 1), dei Libri liturgici (cap. 2), dei ministri del culto (cap. 3) o del canto e della musica sacra (cap. 6), si viene immersi nella nostra più vera e profonda dimensione culturale e storica: ogni uomo di cultura e ogni fedele cattolico dovrebbero accostarsi a queste dense pagine, scritte con grande semplicità e slancio giovanile, per trarne quei punti di riferimento culturali, estetici e spirituali che permettono da un lato di uscire dalla banale volgarità del quotidiano, e dall’altro di capire, al di là dell’aspetto folkloristico o meramente letterario, il valore e il senso di tante tradizioni locali, (processioni, pellegrinaggi, feste patronali e usi secolari) che ancora si conservano, nonostante tutto, nella nostra vecchia Europa. Il nostro variegato e imponente patrimonio musicale, artistico e architettonico (pensiamo alle tante basiliche e cattedrali) di cui da italiani andiamo giustamente fieri, se si spiega in generale con la grande religiosità del nostro popolo, deve pure moltissimo proprio alla forma liturgica codificata da Papa san Pio V nel XVI secolo, che in realtà risale ai primi albori dell’era cristiana.

Tutti riconoscono poi che l’uomo di oggi soffre un processo di sradicamento, di estraniamento culturale, soprattutto nelle metropoli, e di una spaventosa crisi di identità. Crediamo con forza che il modo migliore di far fronte a tali malattie tipiche dell’epoca della globalizzazione, si trovi, più che in tecniche di tipo psicologico o metodi “spirituali” presi in prestito da altre civiltà, nella fuga dal ritmo e dalla mentalità asfissiante della città secolare, abbattendone i falsi idoli del consumismo, della carriera e del devastante culto di sé.

Proprio in tal senso il massimo culto reso a Dio, cioè quello sobrio e ascetico, sacrale e gerarchico della liturgia romana bimillenaria, così come accuratamente descritto dai nostri giovani autori, costituisce l’antidoto migliore alla perdita di senso e allo smarrimento esistenziale, ed inoltre, anzitutto, il luogo e il momento da cui ripartire per ricreare in noi e intorno a noi, i valori e i costumi dell’intramontabile e indistruttibile cristiana civiltà.

Anonimo ha detto...

Sul sito www.comitatosanpiov.net è liberamente disponibile il video di tre conferenze organizzate dal Comitato nel 2008, tra cui 12.12.2008, Introibo ad Altare Dei: presentazione del libro con l'autore

Anonimo ha detto...

Libri consigliati

E. CUNEO – D. DI SORCO – R. MAMELI, Introibo ad altare Dei, Fede & Cultura, Verona 2008, € 25

di Dante Pastorelli

La promulgazione del Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, che ha de jure ma non de facto liberalizzato l’uso del Rito Romano Antico, ha prodotto un considerevole aumento in Italia, come in tutto il mondo, del numero delle celebrazioni secondo il venerando messale di S. Pio V, e, giorno per giorno, si constata sempre più chiaramente la tendenza ad un ulteriore sviluppo di tali celebrazioni, nonostante l’ostinata resistenza di vescovi e preti ribelli all’autorità pontificia. S’è resa, così, necessaria, e per la nuova temperie in sé e per l’iniziativa richiesta di fedeli e di molti sacerdoti soprattutto delle nuove leve, una solerte edizione non solo di libri liturgici, Messali da altare e Messalini quotidiani e festivi, Breviari, spesso ristampe di “classici” insuperati, ma anche di altri sussidi che aiutino il popolo di Dio a partecipare alla S. Messa con devozione e in cosciente unione con l’alter Christus e di testi più impegnativi destinati alla formazione del clero che col rito tradizionale vorranno offrir il Santo Sacrificio.

Un compito difficile, questo, che si è in buona parte assunto la benemerita casa editrice Fede & Cultura di Verona che ha già al suo attivo diverse pubblicazioni di prestigio, nelle sue collane di saggistica e di spiritualità [...].
Ecco ora questo libro che porta come sottotitolo Il servizio all’altare nella Liturgia Romana tradizionale, e che si avvale di una lusinghiera prefazione del card. D. Castrillon Hoyos, il Porporato che tanto si è prodigato e si prodiga nel suo ruolo di Presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” a seguir i problemi di non facile soluzione suscitati dal “Motu Proprio”, e d’una postfazione di don Konrad zu Lowenstein della Fraternità Sacerdotale S. Pietro.

Gli autori son giovani accomunati, oltre che da vincoli di amicizia e dall’amore per la liturgia tradizionale, dall’attitudine agli studi teologici e dall’esperienza, a livello anche professionistico, di musica e canto. [...]
...dico subito che si tratta di uno strumento di cui effettivamente si sentiva il bisogno, dato che il lungo esilio del Rito Romano Antico aveva steso la coltre dell’oblìo sulla liturgia tradizionale anche negli aspetti pratici più semplici, come il servir una messa letta, ruolo che, salvo lodevoli eccezioni di congregazioni religiose “tradizionaliste”, e associazioni e confraternite laicali, gruppi ben organizzati, solo i più anziani di solida memoria e dalle conoscenze rinfrescate son ancor oggi in grado di svolger con una certe cura nel rispetto delle rubriche.

Il fine che gli autori si son proposti, dunque, è proprio quello compilar un equilibrato “vademecum del ‘chierichetto tradizionale’” e di offrire “al cattolico di buona cultura che si accosti alla Liturgia un valido e sintetico lavoro introduttivo”.

[...] Eppure, si deve dar atto, e ben volentieri, che l’esito di tal compendio va molto al di là dello scopo da loro indicato in un eccesso di modestia riduzionista.

Il testo è corposo (oltre 270 pagine), denso, arricchito da un notevole e ben selezionato apparato di note e bibliografia, e colloca l’aspetto più minutamente prescrittivo del servizio all’altare, previsto per le varie cerimonie, in un rigoroso e documentato quadro storico-teologico-liturgico, sapientemente delineato ed articolato, che affronta e discute con vigile critica anche le questioni poste dal Magistero tradizionale e da quello più recente, in particolare di Pio XII, del Vaticano II letto alla luce dell’ermeneutica della continuità difesa dal Pontefice felicemente regnante.

Solo a scorrer i titoli dei capitoli si comprende come il discorso si ampli oltre i propositi iniziali ed apra interessanti ed invitanti finestre sulla vita esteriore ed interiore della Chiesa: dall’architettura e dalla struttura dei sacri edifici alla musica sacra ed al canto, dal conversi ad orientem ai libri liturgici in vigore nel 1962, dalla lingua “sacra” al ministero sacerdotale, agli ordini maggiori e minori, dalle caratteristiche rituali dei vari tipi di Messa al raffronto tra l’apparato rubricale del Vetus e del Novus Ordo ecc. Ciascun capitolo, insomma, serve a fornir ai ministranti quelle basi storiche, teologiche e liturgiche indispensabili per comprender appieno la profondità, anche nella loro mistica simbologia, dei gesti, delle preghiere, degli arredi, dei paramenti, sì che essi possano assicurar un servizio, sia alla messa letta che a quella cantata, competente e religiosamente rivissuto.

Il libro, pertanto, risulta non un semplice vademecum del “chierichetto” e neppure un repertorio introduttivo, per quanto consistente, sibbene un vero e proprio organico manuale liturgico di agevole lettura pur in un dettato sempre avvertito nella sua specificità, che però, per la sua levatura e complessità, più che ai chierichetti, per quanto di buona cultura, m’appare idoneo a maturi responsabili del servizio all’altare nelle chiese dove già si celebra il Rito di S. Pio V, a formatori già sufficientemente attrezzati o almeno non digiuni di dottrina e liturgia, i quali, come me, molto vi potranno apprendere, senz’altro molto più di quanto occorra per esser in grado d’istruir “chierichetti”. Inoltre, ritengo che destinatari appropriati siano pure i sacerdoti che si accostan per la prima volta al Rito Romano Antico ed i giovani seminaristi diocesani che, per volontà del Papa, dovrebbero (ed uso il condizionale di proposito) imparar a celebrar secondo quel rito, oltre ovviamente i fedeli che più a fondo voglion penetrar l’altezza teologica e le significazioni spirituali per una fruizione più consapevole della S. Messa nella sua genuina essenza di Lode alla SS.ma Trinità, di Sacrificio satisfattorio e propiziatorio, rinnovamento sacramentale della Passione e Morte del Redentore.

Un vivo ringraziamento, pertanto, all’editore ed ai giovani studiosi per questo dono che certamente verrà apprezzato nel suo giusto valore da chi della Chiesa si sente figlio devoto ed in essa è impegnato. Ed al ringraziamento unisco un fervido augurio di una meritata vasta diffusione.

Cfr. Una Voce dicentes, bollettino quadrimestrale della sezione fiorentina di “Una Voce” 1 (2009) 53-54.

DANTE PASTORELLI ha detto...

Osservo con rammarico che nell'elenco dei siti amici qui, come altrove del resto, non vengano inseriti i siti di UNA VOCE, l'associazione che per prima ha innalzato la bandiera della difesa della liturgia latino-gregoriana in tutto il mondo, quando era difficile parlare.

Anonimo ha detto...

Recensione al volume "Introibo ad altare Dei" a cura di Mons. Brunero Gherardini

Un vivo plauso ai tre Coautori, nonché alla benemerita Editrice “Fede e Cultura”, per la sollecitudine con cui hanno risposto all’esigenza, sempre più diffusa, di maggior conoscenza della liturgia classica, specie dopo il Motu-proprio “Summorum Pontificum” (7 luglio 2007) del Pontefice f.r. L’unico rammarico è, per me, quello di darne notizia non con altrettanta sollecitudine, anche se ciò non è dipeso da cattiva volontà.
I Coautori non son preti, appartengono al mondo della musica e del canto sacro, specialmente a quello gregoriano. S’interessan pure di filosofia, di teologia ed ovviamente di liturgia. A tre mani – stavo per dire a tre voci – han composto questo “Vademecum”: un preziosissimo ausilio teorico-pratico per la retta celebrazione liturgica, considerata nella più ampia accezione del termine, non escludendo l’applicazione pratica del Motu-proprio sopra ricordato.
La materia è distribuita in modo un po’ singolare: i primi dieci capitoli si riferiscono un po’ a tutto quel che s’intende per liturgia: le fonti, i libri liturgici, i ministri, i paramenti, il luogo sacro, il canto e la musica, l’anno liturgico, la santa Messa, il Vespero, il servizio all’altare. Seguon poi tre parti dedicate all’apparato liturgico, alle cerimonie in genere e a quelle speciali.
Una prefazione dell’Em.mo Card. Dario Castrillón Hoyos ed una postfazione del p. Konrad zu Löwenstein di Venezia, oltre ad una scelta e pertinente bibliografia, aggiungono un ulteriore prestigio a quello intrinseco dell’opera. Non si può che ripetere: un vivo plauso!
Trovo interessante – oltretutto perché ho sempre sostenuto altrettanto – che la ragione della più facile comprensione dei testi, addotta dalla riforma conciliare, è mal posta: non si tratta infatti di ragione linguistica, ma di penetrazione del mistero e d’adesione ad esso, per la qual cosa più che la lingua vale la contemplazione orante. Utile anche la descrizione dei singoli passaggi cerimoniali per celebrare la liturgia tradizionale: i preti delle ultime leve sanno a mala pena che l’attuale rito s’iniziò con Paolo VI ed ignorano quello precedente; i preti della mia età hanno in gran parte dimenticato il rito della loro prima Messa e del loro primo servizio ministeriale. Degna di nota anche l’osservazione sulle traduzioni ed il conseguente pericolo di slittamenti semantici nel passaggio da una lingua all’altra. Anche per questo, oltre all’espressività propria e alla duttilità della lingua di Roma, sarebbe stato opportuno rimanere alla fissità del latino. Esprimo infine la mia grande ammirazione per lo spirito di fede, di preghiera e d’amore alla Chiesa che i tre Autori esprimono in ogni loro pagina.
Se mi si permette, faccio un rilievo critico: non insisterei più di tanto sulla continuità fra il nuovo rito e quello tradizionale, ed ancor meno fra il Vaticano II – globalmente considerato – e la Tradizione ecclesiastica. Che ci siano affermazioni in tal senso, nessuno lo nega; che sian qualcosa di più del famoso specchietto per le allodole, è da provare. Aggiungo che non basta qualificare la Tradizione con l’aggettivo “vivente” per giustificare ciò che le è estraneo: è un cavallo di Troia introdotto nella cittadella della liturgia e della Chiesa.

Brunero Gherardini

Estratto da: Divinitas. Rivista internazionale di ricerca e di critica teologica, 2 (2009) 237-238.